L’UOMO CHE SUSSURRA AI CAVILLI…

Lo so, è seccante, a volte umiliante, imbattersi in un caporale, di quelli che Totò nella sua straordinaria filosofia ci ha fatto conoscere, e si è redarguiti, messi in riga, istruiti quasi fossimo dei cretinetti poco ricettivi, gente di seconda categoria, inferiori. Ma che farci?
Nella vita di ognuno di noi capita a volte di trovarsi faccia a faccia con un caporale della burocrazia, uno che si sente potente e superiore solo perché ha una stelletta, mezza riga appena visibile sulla manica, oppure un berretto col frontino e qualche bottone in similoro.
Per non parlare di quelli che, forti e intoccabili dietro uno sportello, anche immaginario, si sentono chissà chi, e confondono lo sportello con il trono e la penna con lo scettro. Quel vetro, quell'apertura a lunetta, assumono l'equivalenza di uno scalino con tanto di tappeto rosso verso cui si guarda col naso in su, con dovuta deferenza.
Perché è lì che inconsciamente identifichiamo il potere, ricordo atavico di millenni di re, imperatori, dittatori, nobili, e gran ciambellani. Il ceto che dà gli ordini e decide per gli altri.
Caporali e burocrati, quelli che sembrano forgiati apposta per fare della nostra vita un percorso di guerra pieno di insidie e non sensi.
Il Burocrate, ovvero “L’UOMO CHE SUSSURRA AI CAVILLI”. Un individuo che sguazza beato tra regolamenti, codici e codicilli, tra norme e riferimenti a norme e che si acquatta sadicamente tra gli omissis.
Non tutti noi mortali abbiamo la possibilità di far parte di quest'élite, ma in essa, molti, la maggioranza, in realtà non governa nulla, nondimeno, magari per poco, un'inezia, ottiene un pizzico di potere più degli altri ed è tra questi che troviamo la terrificante società dei caporali burocrati.
Non sono generali o ministri, direttori o assessori, ma rivestono ruoli assai modesti nella pubblica amministrazione. E questa loro forza della consistenza delle carta velina, loro sono capaci di trasformarla in una Bolla Papale, in un Mandato Reale che li rende importanti e potenti e al di sopra degli altri. Mi sono spesso chiesto come fa la Natura a far nascere ogni tanto un caporale birocrate, oppure quale sia quel processo chimico che trasforma un uomo qualunque in un caporale. In parole semplici: come nascono i caporali, oppure come lo diventano.
Molto probabilmente, l'abbigliamento e l'esteriorità giocano una carta importante, così come l'essere tra i pochi che le disposizioni, anche semplici informazioni, le dà e non è costretto a chiederle. E' certamente la seduzione del potere, anche modesto, purché sia potere, che li trasforma, innalzandoli dal piano della normalità a quello della specificità che tutti devono riconoscere e rispettare. Forse, qualcuno di questi, tolta la divisa, lasciato lo sportello e giunto a casa, viene a sua volta maltrattato dalla moglie, sminuito dalla suocera e sbeffeggiato dai figli. Nel privato non conta nulla e meno ancora comanda.
Forse è la reazione di chi a casa subisce e non è nessuno che si rivale sugli altri, si prende quelle soddisfazioni che gli sono negate o non è in grado di ottenere tra le mura domestiche. In ogni caso, se lo sono per nascita, per rivalsa o per bisogno di emergere camminando sui piedi altrui, i caporali sono in grado con lo sguardo, il tono della voce, il fare superiore e distaccato, di amareggiarti la giornata, farti sentire inferiore o, peggio, farti saltare la mosca al naso.
Ma non prendiamocela troppo, i caporali passano come gli acquazzoni, si dimenticano come un sassolino nella scarpa dopo che si è tolto e alla fine non lasciano nemmeno strascichi come una forte influenza.
Una volta che si sono voltate loro le spalle, tornano nel nulla, soli con i loro berretti col frontino, i bottoni in similoro, gli sportelli con le feritoie. Isolati come un rametto d'ortica dove i cani ci fanno la pipì senza timore. Soli con il loro banale potere, magari col pensiero alla casa che li attende dove torneranno marmittoni come noi, comuni mortali.
Sono nulla in confronto ai politici, a chi governa, crea le leggi e le regole, con le quali poi arma i burocrati, coloro che del cavillo e dell’imprescindibile potere della Norma ne fanno un gatto a nove gode per assoggettare i comuni mortali.
Perché senza le norme la comunità non sopravvivrebbe condannandola al girone infernale del caos. Un popolo ingestibile in odore di anarchia. Regole e doveri che politici e amministratori pubblici, fanno su misura per noi, senza tralasciare di arricchirle di esenzioni e deroghe furbescamente create a loro favore.
Quasi a voler mantenere meglio le distanza dal popolo. "Noi siamo noi e voi siete un ….." e qui ci metto un timido omissis…

paolo carbonaio





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